Quando pensiamo all'acqua, pensiamo alla vita, e quest'elemento così fondamentale potrebbe avere radici più antiche di quanto immaginassimo sul nostro pianeta. Scienziati di tutto il mondo hanno rimesso in discussione quello che credevamo di sapere sull'origine dell'acqua sulla Terra, aprendo nuove frontiere che potrebbero trasformare radicalmente la nostra comprensione di come si è formata la vita.
Secondo alcuni dei più recenti lavori in campo scientific, gli elementi che hanno dato vita alla Terra, a quanto pare, nascondevano al loro interno l'hydrogen sin dall'inizio dei tempi. E se fosse così, fasci di nuove domande pronte a dar sfogo a innumerevoli ricerche emergeranno dagli angoli più curiosi della scienza planetaria.
A gettare uno sguardo su queste nuove intuizioni c'è Alessandro Morbidelli, scienziato di chiara fama che, anche se non ha lavorato direttamente a questi studi, vede in essi un orizzonte sempre più definito. Ma è bene ricordare, ammette con sincerità scientifica, che siamo ancora in una fase di accertamenti e discussioni tra i banchi dei ricercatori.
Che cos'è capace di ribaltare la nostra comprensione?
Pensavamo che per vedere i primi ruscelli balenare sulla Terra bisognava attendere la benedetta pioggia di asteroidi e comete, dato che il calore e densità della nebulosa solare avrebbe distrutto ogni molecola d'acqua. Ma ecco che nel 2020 Laurette Piani dell'Università di Lorena e i suoi intrepidi collaboratori hanno trovato un'amara sorpresa: idrogeno, uno degli attori principali per la nostra amata acqua, dentro certe meteoriti chiamate condriti a enstatite, per di più simili agli antenati della Terra.
La prima volta che hanno detto questa cosa, qualcuno storcendo il naso ha pensato fosse una contaminazione, magari una giornata piovosa. Ma poi è arrivato Thomas Barrett dall'Università di Oxford che, con il suo gruppo, ha detto che quell'idrogeno è addirittura intimo con lo zolfo, che di sicuro era lì fin dall'inizio e non si è aggiunto dopo.
Ma allora, come è possibile?
La questione s'infittisce quando Edward Young, un cosmo-chimico dell'UCLA, apporta la sua voce concordando sulla sturdità delle tecniche usate per svelare l'idrogeno. Morbidelli, in qualche modo vede nel tutto un cambio di scenario: l'acqua non è stata consegnata con un pacchetto regalo sulla Terra, ma si è fatta in casa, con idrogeno e ossigeno che già stavano tra i minerali da tempi immemorabili.
Young poi non può fare a meno di immaginarsi che i primi granelli della Terra, un mondo ancora racchiuso da un'atmosfera arroventata di magma, fossero il luogo perfetto dove l'idrogeno ha incontrato l'ossigeno e, finalmente, H2O ha visto la luce.
Vita nell'universo? La risposta potrebbe essere nell'acqua.
E se tutto questo non fosse già abbastanza eccitante, consideriamo le implicazioni che questo avrebbe sulla possibilità di avere compagnia nell'universo. Se lo zolfo è così comune, forse altri pianeti potrebbero essere andati alla grande anche senza quei asteroidi ghiacciati, e chissà, magari la vita lì sta fiorendo come ha fatto qui.
Sulla Terra la ricerca continua, sicura e fervente come può essere solo una scienza giovane e piena di sorprese. Stiamo scrupolosamente verificando ogni risultato, passando attraverso setacci finissimi per non perdere nemmeno una briciola di conoscenza.
Queste ricerche mettono in luce gli affascinanti processi naturali che hanno plasmato il nostro mondo. E mentre stendiamo i libri di storia della Terra con nuove pagine, è importante rimanere umili davanti alle meraviglie dell'universo, cosa che ci invita a riflettere e, perché no, a sognare.
"La natura è un libro scritto in linguaggio matematico", affermava il grande Galileo Galilei, e sembra che ancora una volta la ricerca scientifica ci stia rivelando nuovi capitoli di questo libro straordinario. Le ultime scoperte sull'origine dell'acqua sulla Terra non sono solo un cambio di paradigma nel campo della cosmochimica, ma aprono anche nuove affascinanti prospettive sulle possibilità di vita oltre il nostro pianeta. Se l'idrogeno, elemento chiave per la formazione dell'acqua, era presente nei mattoni costitutivi della Terra, ciò significa che la vita, come la conosciamo, potrebbe avere maggiori opportunità di emergere anche in altri angoli dell'universo. Questa ipotesi, sostenuta dalle ricerche citate, suggerisce una visione più ottimistica della ricerca di mondi abitabili, e ci ricorda quanto sia importante continuare ad esplorare e studiare lo spazio, non solo per soddisfare la nostra curiosità, ma anche per comprendere meglio la nostra origine e il nostro posto nell'universo.