Le discariche possono nascondere insidie ben più preoccupanti di quanto si possa immaginare. Infatti, una ricerca evidenzia problemi derivanti da un tipo di inquinante non proprio di dominio pubblico: le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS). Scopriamo insieme che cosa comportano per il nostro ambiente e la nostra salute.
Una recente scoperta sta gettando nuova luce sul problema dell'inquinamento ambientale tipico delle discariche, concentrandosi in particolare sulle PFAS. Questi composti chimici, ampiamente impiegati in una vasta gamma di prodotti di consumo quotidiano, sono famosi per la loro notevole tenacia e resistenza al degradare, costituendo fonte di crescente preoccupazione a causa della loro durata nell'ambiente e dei possibili rischi per il benessere delle persone.
Un'inquietudine che si aggiunge è la discrepanza notata da Ashley Lin, ingegnere ambientale all'Università della Florida a Gainesville, tra l'efficienza dei sistemi di cattura dei gas e quella dei sistemi che si occupano del percolato nelle discariche. Nonostante i sistemi di raccolta dei gas sembrano lavorare bene, questi ultimi potrebbero non essere altrettanto efficaci nel gestire le PFAS, mettendo in rilievo la necessità di ulteriori controlli e conseguenti soluzioni.
La tenacia delle PFAS e le discariche
Le PFAS sono delle molecole particolarmente resistenti e tenaci grazie ai loro solidi legami tra carbonio e fluoro. I prodotti che ne contengono traggono enorme vantaggio dalla loro capacità di sopportare alte temperature e dalla loro idrorepellenza. Tuttavia, questa medesima caratteristica porta alla loro lunga permanenza nell'ambiente, con alcune varianti delle PFAS che possono rimanere integre anche per più di mille anni.
Una ricerca condotta dagli Stati Uniti ha individuato PFAS nella maggior parte delle discariche, con uno studio dell'EPA del 2023 che ne identifica la presenza in oltre il 95% delle 200 discariche analizzate. Nonostante ciò, le informazioni relative alla quantità e alla tipologia di PFAS che si rilasciano sotto forma gassosa sono piuttosto limitate.
I risultati dello studio sui gas di discarica
Approfondendo la ricerca, Lin e i suoi collaboratori hanno analizzato i gas di tre diversi siti di rifiuti urbani, rintracciando 13 dei 27 PFAS cercati. Un particolare tipo di PFAS, gli alcoli fluorotelomeri, solitamente presenti in forma gassosa, sono stati trovati in quantità notevoli nei campioni analizzati.
La ricerca ha anche paragonato i livelli di fluoro derivante dalle PFAS nei campioni di gas e di percolato, scoprendo che venivano rilasciate quantità comparabili in entrambe le forme e che, in alcuni casi, le emissioni gassose triplicavano rispetto al liquido percolante.
Florentino De la Cruz, chimico ambientale dell'Università del Nord Florida a Jacksonville, che non ha partecipato allo studio, ritiene che fattori superficiali, come la posizione della discarica e il periodo dell'anno, possano influenzare i risultati. È in corso una campagna di rilevamento a livello nazionale con lo scopo di acquisire un set di dati più ampio e rappresentativo.
Cosa comportano le emissioni di PFAS per ambiente e salute?
Anche se i gas di discarica sono spesso bruciati, rimane sconosciuto se questa pratica sia o meno in grado di distruggere efficacemente le PFAS. Morton Barlaz, professore di ingegneria civile e ambientale, suggerisce che la rapida diluizione di questi gas nell'atmosfera potrebbe minimizzarne l'impatto, ma resta essenziale approfondire la ricerca per avere conferme.
Barlaz mette inoltre in evidenza una fonte di preoccupazione ancora più diretta: la presenza di PFAS nella polvere domestica, originata dall'utilizzo quotidiano di prodotti che ne contengono. Questo fatto potrebbe essere motivo di maggiore preoccupazione per chi abita vicino a discariche.
Tutto ciò non fa che enfatizzare quanto sia necessario un controllo più meticoloso e normative più rigorose nella gestione dei gas di discarica, in particolare in riferimento alle PFAS. Si rende indispensabile una verifica più accurata delle fonti di questo articolo e delle ricerche svolte in questo ambito per capire pienamente le conseguenze sull'ambiente e sulla salute umana di queste emissioni.
Le indagini condotte mostrano quanto sia cruciale proseguire le ricerche sulle PFAS e il loro impatto ambientale, formulando efficaci strategie per la gestione dei rischi correlati. È chiaramente necessaria una sinergia tra mondo scientifico, industrie e legislatori, accompagnata da maggiori informazioni e sensibilizzazione da parte dei consumatori.
"Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli" - questo antico proverbio Native American ci ricorda la nostra responsabilità nei confronti delle generazioni future e la cura che dobbiamo avere per l'ambiente in cui viviamo. Il recente studio condotto dall'Università della Florida e i dati preoccupanti sui PFAS nelle discariche sollevano una questione cruciale: stiamo davvero proteggendo il nostro pianeta e la salute delle persone, o ci stiamo illudendo di farlo? Le discariche, pensate come soluzione temporanea, si rivelano essere fonti di inquinamento a lungo termine, con rischi ancora non del tutto quantificati. È quindi essenziale rivedere le nostre politiche di gestione dei rifiuti e sviluppare tecnologie capaci non solo di contenere, ma anche di neutralizzare le sostanze nocive. Non possiamo permetterci di sottovalutare l'impatto di ciò che seppelliamo sotto terra, perché prima o poi, in un modo o nell'altro, ciò che nascondiamo tornerà a galla, con conseguenze che potrebbero essere irreversibili per l'ambiente e per noi stessi.